L’ultimo libro del giornalista e scrittore romano, racconta cose e persone di Sicilia, l’isola diventata terra elezione dell’autore.
“La pescatrice del Platani”, il nuovo libro di Stefano Malatesta, sarà presentato mercoledì 27/7/2011 alle ore 18:30 presso le Cantine Donnafugata (Via Lipari 18 a Marsala). L’autore ne discuterà con il giornalista Tano Gullo, nella suggestiva cornice della “Sala delle Botti” della storica azienda siciliana.
Pubblicata per i tipi della Neri Pozza, La pescatrice del Platani è una raccolta di storie sulla Sicilia, un’isola che è diventata nel tempo la sua terra di elezione. Il libro si apre con uno straordinario viaggio in lambretta da Roma a Capo Passero, in compagnia di una ragazza svedese, attraverso un’Italia bucolica e pastorale oggi scomparsa. E continua con passeggiate a piedi lungo spiagge incantevoli, dove si nasconde il dio Pan, o gite in montagna alla ricerca di un mitico formaggio.
Ci sono ritratti di personaggi per bene come Piero Guccione, Leonardo Sciascia, Francesco Alliata, e di personaggi per male come l’arcivescovo di Monreale Cassisa e molti altri ancora. Tutte le storie sono state scritte in un baglio, un’antica masseria profumata di gelsomino che guarda il Mediterraneo, diventato quasi un hotel di passo per molti continentali che scendono nel sud. La sera li potete trovare radunati all’aperto intorno a un enorme tavolo a gustare le deliziose alicette di Sciacca e zucchine e melanzane fritte al momento.
Il capitolo più lungo è una sorta di storia dell’isola attraverso le vicende del vino siciliano (Donnafugata tra questi) e inizia così: «È stato solo negli anni Novanta che la Sicilia ha cominciato a sbarazzarsi di tre residui arcaici che si trascinava dietro da tempo immemorabile: il vino tradizionale, la “fuitina” e la grandezza della minchia intesa come tema ricorrente e ossessivo nei discorsi dei siciliani maschi». Un grande libro ispirato.
I libri di Malatesta sono di splendida lettura e di difficile definizione. Quando si mette in viaggio, possibilmente a piedi, non si sa mai dove vada a parare. Molti racconti iniziano come recit de voyage e finiscono imprevedibilmente da qualche altra parte, in critica letteraria, in ricostruzione storica, in narrazioni di battaglie, in gastronomia, seguendo una sorta di filosofia del deragliamento: «Chi marcia sempre sulle rotaie fisse – dice Malatesta – finisce nell’ovvio». Lui cerca la terra di nessuno, dove si trova perfettamente a suo agio.
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