Donnafugata, in Sicilia, è un’azienda familiare caratterizzata da una visione di lungo termine rivolta da sempre alla tutela dell’ambiente: dalla viticoltura eroica a Pantelleria, alla produzione di energia pulita, al risparmio energetico. Per accrescere la sostenibilità delle proprie attività produttive, nel 2011 Donnafugata ha deciso di calcolare la Carbon Footprint (impronta ecologica) dei propri vini e di comunicarlo in etichetta a partire dal 2014.
Un adesivo riporta sul retro di tutte le bottiglie in vendita, in Italia e all’estero, che Donnafugata ha effettuato il calcolo della Carbon Footprint “dalla vigna alla messa in bottiglia” e si impegna a migliorare ulteriormente le proprie performance ambientali. Lo sticker riporta il logo del DNV GL – Business Assurance, uno dei principali enti di certificazione a livello mondiale che segue Donnafugata dalla prima certificazione di Qualità ottenuta nel 2000. Inoltre contiene un Qrcode, leggibile da smartphone e tablet, che rimanda ad una pagina del sito aziendale dedicata in cui sono riportati i principali risultati dello studio e un link all’Executive Summary (la sintesi dell’ accounting di DNV GL)
I dati relativi alle emissioni di gas a effetto serra (GHG) sono espressi in kg di CO2 (anidride carbonica) per bottiglia da 0,75 e sono stati segmentati per categoria di prodotto*.
Lo studio del ciclo produttivo ha visto l’analisi delle seguenti attività interne ed esterne all’azienda.
La rielaborazione dei dati raccolti ha messo in luce alcune aree di intervento per una ulteriore riduzione dell’impatto ambientale. A Donnafugata, sono le “Materie prime ed ausiliarie” (56,7%) a registrare le maggiori emissioni di CO2 e fra queste la voce più pesante è quella delle bottiglie di vetro che consumano tantissima energia in fase di produzione. Al secondo posto tra le voci che determinano le emissioni di CO2 troviamo i consumi di ’”Energia” legati alle lavorazioni agricole alle fasi di vinificazione, imbottigliamento, affinamento ed altro. Al terzo posto i “Trasporti” con 11,7% dovuti alle Materie in entrata e ai trasferimenti di mosti e vini tra i siti produttivi. Altre voci rappresentano il 3,4%.
“Per ridurre il livello di emissioni di CO2 attestato dal nostro primo Carbon Footprint Accounting – dice José Rallo di Donnafugata – stiamo puntando sulla voce più impattante: la bottiglia di vetro. Abbiamo scelto una bottiglia più leggera, prodotta in una vetreria più vicina al nostro sito di imbottigliamento, risparmiando così emissioni sulle Materie ausiliarie e sui Trasporti. A partire da gennaio 2014, solo in alcuni mercati più sensibili alle tematiche ambientali, Anthilia e Sedara saranno proposti in bottiglia leggera con tappo a vite. Modificare il proprio ciclo produttivo richiede Modificare il proprio ciclo produttivo richiede impegno, lavoro di squadra ed una forte motivazione. Puntando sempre alla qualità, cerchiamo di condividere con il consumatore di oggi la ricerca di un modello produttivo più sostenibile dal punto di vista ambientale. In questa direzione la nostra “call to action” al consumatore: rendere noto in etichetta il nostro impegno e i risultati del nostro Carbon Footprint Accounting.”
Ufficio Stampa: Nando Calaciura calaciura@granviasc.it cell. 338 3229837
Pubbliche Relazioni: Baldo M. Palermo baldo.palermo@donnafugata.it tel. 0923 724226